punti di vista
PIAZZA SANTO STEFANO
C’è una piazza che calma le turbe, giovanili o meno, capace di restituire ogni perdita. È una piazza mutaforma, che magicamente diviene quello di cui hai bisogno. Nel fine settimana la vedi trasformarsi in un museo, sotto gli occhi di tutti, colma di quadri, statue, grandi specchi, vecchi gadget e cartoline scritte così fitte da bucare la carta, con i ricordi degli altri, che spesso vorrei fossero miei. Camminare tra le vecchie cose è terapeutico. C’è un’energia particolare in qualcosa che è stato tramandato. È come se respirasse ogni volta che viene sfiorato, è come se fossero stati scelti con meticolosa cura, ogni oggetto ha il suo posto. Faccio il giro del mondo, nel tempo, lasciandomi trasportare dai fili invisibili di ogni bancarella, tessuti insieme per formare la magia. Si tramuta la notte in un campo di lucciole, tra bar, risate e corpi che tremano dalla voglia di vivere la notte. Si rende tempio per chi ha bisogno di pregare, confessionale per chi ha bisogno di redimersi, luogo in cui rimanere quando nessuno resta. E’ la bellezza delle piazze dove già tutto è successo. O forse no, sarebbe bene metterle alla prova.